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L’avidità è giusta? Il dilemma del valore aziendale nelle operazioni di M&A

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Valore Aziendale nelle operazioni di M&A.

Molti di voi avranno riconosciuto dal quesito una celeberrima frase di Gordon Gekko, leggendario personaggio dei film americani nell’ambito della finanza.

Anche se, come sapete, qui ci occupiamo più di acquisizioni societarie, mi è sembrato giusto prendere a prestito questa espressione per affrontare l’annosa questione del “valore aziendale” anche nelle operazioni di M&A.

E’ infatti abbastanza noto che, nell’ambito delle PMI, il valore aziendale (conseguenza della procedura di valutazione aziendale, dalla quale si determina conseguentemente il “prezzo”) è un vero e proprio far west.

Molte iniziative lodevoli (spesso da parte di commercialisti) cercano di ricondurre a criteri oggettivi il tema della valutazione, al fine di determinare il valore aziendale.

Dal momento che non vuole essere un post tecnico, rimando tranquillamente a ben più dotte pubblicazioni sull’argomento.

Quello che è certo è che la realtà quotidiana suggerisce che nella maggior parte dei casi il potenziale acquirente nelle operazioni di M&A si trova di fronte ad un ostacolo.

L’ostacolo è molto semplice: l’Imprenditore di PMI tende sistematicamente a sovrastimare il valore reale della propria azienda, spesso facendo riferimento a caratteristiche ed indici totalmente destituiti di fondamento, quando non del tutto soggettivi.

Penso a quelli che determinano il valore aziendale moltiplicando il fatturato o quelli che, pur consapevoli che sarebbe più opportuno partire dal l’EBITDA, chiedono dei moltiplicatori elevatissimi.

Il caso classico è l’azienda “tradizionale” metalmeccanica che pensa di valere 10 volte il margine lordo, quando è abbastanza noto che si tratta di un multiplo applicabile a società nell’ambito Internet.

Non bisogna poi stupirsi se le operazioni saltano o se gli acquirenti, seppur ben intenzionati a procedere, bloccano le acquisizioni sul nascere.

Dal momento che si tratta spesso di posizione clamorose, bisogna presupporre che non siano veramente frutto di ignoranza (o almeno, non soltanto), ma piuttosto conseguenza di altre motivazioni.

Pensiamo ad esempio al socio che “sta bene così” e non vuole vendere, facendo di tutto per allontanare il potenziale acquirente; oppure al professionista contabile di provincia che non vede di buon occhio le operazioni straordinarie perchè così “perde il cliente“, e quindi sconsiglia l’Imprenditore facendo leva sul proprio rapporto fiduciario.

O ancora al caso in cui il giovane figlio dell’imprenditore vorrebbe affiancare all’azienda di Famiglia un partner finanziario, ma trova resistenza da parte del genitore (spesso fondatore) che ha portato avanti l’azienda perchè “siamo riusciti sempre a farcela da soli“.

Da questi pochi esempi sulla determinazione del valore aziendale, frutto di esperienza quotidiana, si capisce facilmente quanto sia difficile la vita di chi intende posizionarsi come acquisitore seriale di PMI, sia che sia un acquirente industriale, sia che sia un veicolo finanziario o un Club Deal.

La domanda che quindi sorge spontanea (anche a me che ho elaborato queste poche righe) è…siamo davvero sicuri che si tratti di avidità?

Non è che forse, quando apparentemente si discute di prezzo, in realtà si sta (quasi sempre) parlando di tutt’altro?

Penso sia una riflessione interessante da cui partire, sia per chi si affaccia la prima volta al mondo del M&A, sia per chi quotidianamente si occupa di acquisizioni societarie e di vendita di aziende di famiglia PMI.

Quello che sanno tutti coloro i quali operano nel mondo del M&A, è che prima di tutto e più di tutto, contano le motivazioni personali degli attori che portano avanti le operazioni.

Pensare infatti che tutto si riconduca solo ed esclusivamente ad una questione di prezzo (e quindi ad un dibattito sull’avidità, giusta o meno) è un errore percettivo alquanto pericoloso, che presuppone una sottovalutazione di quale sia il rapporto tra l’Imprenditore e la Sua Azienda.

Per la mia esperienza, nessun operatore assennato commette questo grave errore.

Avv. Giuseppe Bellini “L’Avvocato del Business

Bellini Business Lawyers

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