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Merger Waves: 5 “onde” nella storia delle operazioni di M&A

merger waves

Il termine “merger waves” si riferisce a periodi specifici della storia economica durante i quali si è verificato un numero eccezionalmente elevato di fusioni e acquisizioni (M&A) tra le imprese.

Questi periodi sono spesso caratterizzati da un’intensa attività di M&A, e si possono distinguere diversi motivi per cui ciò accade.

Ecco alcuni dei principali:

a) Condizioni Economiche Favorevoli

Le “onde di fusioni” possono verificarsi quando l’economia è forte, i tassi di interesse sono bassi e c’è abbondanza di liquidità nei mercati.

In queste condizioni, le aziende hanno accesso a capitali relativamente economici per finanziare le acquisizioni.

b) Innovazioni Tecnologiche

Spesso, un’ondata di fusioni è guidata da cambiamenti tecnologici rapidi e innovazioni, che creano opportunità per le aziende di acquisire nuove tecnologie o di consolidare la propria posizione in mercati emergenti.

c) Cambiamenti Normativi

Le modifiche alle leggi e alle normative possono rendere più o meno attraenti fusioni e acquisizioni.

Ad esempio, un periodo di deregolamentazione può spingere a un aumento delle attività di M&A.

d) Strategie di Crescita

Le aziende possono cercare di crescere rapidamente attraverso acquisizioni piuttosto che attraverso la crescita organica, specialmente in settori altamente competitivi o in rapida evoluzione.

e) Pressioni Competitive

Le aziende possono rispondere alle pressioni competitive attraverso le fusioni, acquisendo concorrenti o integrando verticalmente la loro catena del valore.

f) Speculazione e Comportamento Gregario (c.d. Herding Behavior)

In alcuni casi, l’intensa attività di M&A può essere alimentata dalla speculazione e da un comportamento gregario, in cui le aziende seguono l’esempio di altre aziende del loro settore.

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Le merger waves sono state ampiamente studiate e documentate dagli economisti, e si possono identificare diverse di queste onde nel corso del XX e XXI secolo, ognuna con le proprie caratteristiche uniche e motivazioni sottostanti.

Alcuni esempi di merger waves in Italia

Le “merger waves” non sono un fenomeno unico degli Stati Uniti o di altri grandi mercati finanziari.

Hanno avuto luogo anche in Italia, sebbene in una misura e con dinamiche diverse.

Ecco alcuni esempi di periodi in cui l’Italia ha vissuto intensa attività di fusioni e acquisizioni:

Fine degli Anni ’90 e Inizio degli Anni 2000

Durante questo periodo, molte aziende italiane sono state coinvolte in operazioni di M&A come parte di un più ampio movimento di consolidamento e privatizzazione.

Le industrie che hanno visto una significativa attività di M&A includono telecomunicazioni, energia, e servizi finanziari.

Metà degli Anni 2000

C’è stato un altro picco di attività di M&A in Italia intorno alla metà degli anni 2000, alimentato dalla crescita economica e dall’accesso al capitale.

Durante questo periodo, aziende italiane hanno cercato di espandersi sia a livello nazionale sia internazionale.

Merger Waves Post-Crisi Finanziaria (Dopo il 2008)

Dopo la crisi finanziaria globale del 2008, molte aziende italiane sono state coinvolte in operazioni di M&A come parte di processi di ristrutturazione e consolidamento.

A questo proposito, se vi interessa potete leggere una intervista ad un esperto in materia di turnaround.

Questo periodo ha visto un aumento delle acquisizioni da parte di investitori stranieri in aziende italiane, nonché fusioni e acquisizioni interne al Paese.

Merger Waves Anni 2010 – 2015

Nel corso degli anni 2010, nonostante le sfide economiche globali e nazionali, alcune aziende italiane hanno continuato a partecipare attivamente a operazioni di M&A.

In particolare, ci sono stati movimenti significativi nei settori dell’energia, delle infrastrutture e della moda.

Merger Waves Post Covid (2020-2022)

La pandemia di Covid-19 ha impattato in maniera significativa il mercato e così anche le attività di M&A che, almeno in Italia, dopo un primo momento di incertezza, hanno ripreso con vigore a partire dalla seconda metà del 2020 e solo con il 2023 si è visto un primo rallentamento (derivante da noti fattori geopolitici).

Il mercato delle operazioni straordinarie in Italia per il 2021 ha registrato circa 750 operazioni concluse (contro le circa 570 del 2020) a fronte di un controvalore di 90 miliardi di euro, e il 2021 è stato l’anno migliore in termini di operazione concluse dopo la crisi finanziaria del 2008.

A discapito di aspettative, a inizio pandemia, che prevedevano un cosiddetto buyer market la realtà dei fatti si è concretizzata, all’opposto, in un seller market (in altre parole il prezzo lo fanno i venditori).

Le motivazioni erano molteplici e includevano la forte disponibilità di liquidità (cd. “dry powder”), tassi di interessi bassi, una maggiore propensione ad aprire il capitale da parte degli imprenditori dopo lo shock (anche psicologico) legato al Covid-19, nonché dei multipli impliciti (valutazioni di azienda) ancora relativamente più convenienti in Italia rispetto ad altri paesi Europei.

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È importante notare che l’attività di M&A in Italia è stata influenzata non solo da fattori economici e di mercato, ma anche da fattori culturali, normativi e politici specifici del Paese.

Inoltre, la dimensione relativamente piccola di molte imprese italiane, soprattutto nell’ambito del tessuto produttivo delle PMI, ha contribuito a creare dinamiche uniche nel panorama delle M&A in Italia.

Viviamo certamente in un mercato ricco di opportunità per chi sa sfruttarle.

Avv. Giuseppe Bellini – [email protected]

 

 

 

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