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Processo di acquisizione: che fare dopo la due diligence?

processo di acquisizione

Processo di acquisizione: quali opzioni per il compratore?

Dopo che il compratore ha effettuato la due diligence (commerciale, legale, fiscale etc) ed ha ricevuto i report dai suoi advisor, ha una più profonda comprensione del business della società Target.

E’ quindi in una migliore condizione per decidere come procedere.

Nel caso peggiore, il compratore potrebbe concludere che i rischi sono eccessivi.

Continuare con la transazione, a prescindere dal prezzo, non sarebbe consigliabile.

Questo può essere particolarmente vero nel caso della cessione di quote.

In quel caso, infatti, il compratore eredita tutte le responsabilità “storiche” della società target.

Più comunemente, tuttavia, la due diligence pone il compratore nella migliore posizione per valutare il valore della Target rispetto alle sue necessità.

In molti casi, tale indagine porterà semplicemente a confermare l’offerta originale.

Ci sono situazioni particolari?

Tuttavia, in alcune circostanze, ed in particolare nei casi in cui il prezzo finale sia stato definito sulla base del patrimonio netto o sul calcolo del c.d. EBITDA, una formula per l’aggiustamento del prezzo (in riduzione o in miglioramento) dovrà essere necessariamente prevista nel contratto di investimento.

Questo potrebbe significare la necessità di prevedere pagamenti rateali, in luogo del versamento delle somme in un’unica soluzione.

Tali pagamenti saranno condizionati al conseguimento da parte della Target di criteri prestabiliti di comune accordo tra le Parti contraenti.

Oppure dovranno semplicemente “attualizzare” l’applicazione del parametro EBITDA sopra indicato.

Ma la rateizzazione è un elemento particolarmente importante sotto altro profilo.

E’ infatti importante per “incentivare” il management che rimane dopo l’operazione, specie quando questo coincide con la proprietà, al fine di condurre una transizione che sia utile al raggiungimento dei suddetti criteri.

La protezione contrattuale…

In ogni caso, sarà fondamentale per il compratore cercare una protezione contrattuale dal venditore che possa coprire il più possibile i rischi insiti nell’acquisizione.

Questo prenderà la forma di una serie di dichiarazioni e garanzie che il venditore dovrà confermare come corrette e veritiere.

Il compratore, inoltre, potrebbe decidere di dare maggior peso alla protezione offerta dalle dichiarazioni e garanzie, trattenendo una parte del prezzo.

In che modo?

O attraverso la creazione di un escrow account o tramite una più semplice “trattenuta”, comunemente nota come holdback.

Nel primo caso, il compratore sa che se dovesse sorgere una vertenza ci saranno delle somme a garanzia su un conto fiduciario.

Questo è particolarmente importante ove il venditore miri al ritiro dall’attività o pensi di trasferirsi in altro Paese.

In questi casi, senza cautele preventive, sarebbe piuttosto difficile proporre azioni risarcitorie che portino ad un risultato tangibile.

Il secondo caso (i.e. holdback), è preferibile anche quando si ritiene che la somma versata al closing sia limitata e possa essere oggetto di veloce dissipazione, rendendo vana ogni dichiarazione o garanzia precedente.

Inutile dire che per la negoziazione di tali clausole è necessario avvalersi della preziosa collaborazione di un Avvocato d’Affari.

Questi avrà il ruolo di far emergere e cautelare tutti i rischi rilevati dai professionisti coinvolti nel processo di acquisizione.

Avv. Giuseppe Bellini  

https://bellinibusinesslawyers.com/acquisizioni-societarie-pmi-milano/

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